Cos’è TRANSEUROPA
TRANSEUROPA è il risultato di un processo partecipativo che ha avuto luogo in diverse città di tutta Europa, coinvolgendo centinaia di attivist*, politic*, filosof* e artist*.
TRANSEUROPA è un festival artistico, culturale e politico transnazionale organizzato da European Alternatives dal 2007. Nell’ultimo decennio, TRANSEUROPA ha attratto migliaia di partecipanti attraverso un format costituito da eventi disseminati in oltre una dozzina di città europee e un momento conclusivo di alto profilo in una città. L‘edizione 2019 di TRANSEUROPA – Oltremuro – avrà luogo a Palermo ed è organizzata in collaborazione con la Biennale Arcipelago Mediterraneo.
La nuova edizione di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo si svolge nell’anno in cui ricorrono tre anniversari di forte significato politico e simbolico: il trentennale della caduta del Muro di Berlino e della rivolta di Piazza Tienanmen e il cinquantenario dei moti di Stonewall.
Da questi spunti storici prende avvio il progetto che vede un ricco palinsesto di eventi, scritto a più mani e condiviso da Fondazione Merz e dall’organizzazione transnazionale European Alternatives con i vari attori della vita culturale, artistica e politica della Città di Palermo e in cooperazione con il festival Transeuropa. Il programma sarà composto da eventi, mostre, incontri e musica e coinvolgerà un gran numero di spazi storici della Città.
Fra i contributi presenti al festival ci sarà una mostra site-specific dell’artista olandese Jonas Staal, una performance del drammaturgo svizzero Milo Rau, workshop della Scuola di Politica Transnazionale aperti alla città e molto altro ancora.
IL TEMA
Ogni città è una comunità a sé, scriveva Aristotele, svelando così una delle grandi tensioni che ci accompagnano ancora oggi: quella fra l’universalismo di nozioni quali umanità e giustizia e il carattere invece spesso respingente della polis, definita per contrasto con chi non ha diritto di cittadinanza. Ogni confine traccia infatti una linea di demarcazione al tempo stesso includente ed escludente: identifica il noi, lo spazio di familiarità e di solidarietà, e l’altro, lo spazio di estraneità e indifferenza; ogni muro circoscrive l’amico e stigmatizza il nemico.
Ma è possibile fondare una comunità politica sullo sconfinamento? È possibile risolvere quella che Zygmunt Bauman considerava la sfida del momento, ossia “progettare – per la prima volta nella storia umana – un’integrazione che non sia più fondata sulla separazione”? È possibile immaginare uno spazio già e sempre definito come superamento di sé stesso; uno spazio multiplo, oltremuro, dove una pluralità di confini si intrecciano e si interrogano a vicenda, all’interno e oltre ogni frontiera?
Si tratta questa, a guardar bene, di una condizione che ritroviamo già oggi in una città come Palermo: il centro del mediterraneo, la cerniera culturale e politica tra continenti, forte di una vocazione transculturale e intersezionale vissuta in modo del tutto compromettente. Un microcosmo attraversato da contraddizioni e conflitti, esperienze e storie assolutamente irriducibili a singola identità.
I muri di una città plurale raccolgono, spesso drammaticamente, testimonianze dal tempo e dal passaggio di molte umanità, il lascito di intere comunità e civiltà. Proprio queste vestigia ora offrono la sfida per un confronto con se stesse e con la capacità e volontà di farsi attraversare, mettendosi in gioco per superare, profeticamente, le pulsazioni alla presa di distanza, al rifiuto e alla ghettizzazione.
Nell’interpretazione dell’arte alcuni luoghi iconici della polis, densi di memorie, offrono se stessi a epifanie, speranze o inquietudini. Blocchi, bordi e muri possono essere mentali, fisici, culturali o economici ma l’intervento degli artisti riguarda in ogni caso la consapevolezza, la presa di posizione, la capacità di dinamizzare concetti e materiali poetici verso una prospettiva di continuo cambiamento e inclusione.
“Mi sentivo come un orfana in giro per il mondo che parlava di come l’arte possa influenzare la politica e altre forme di collaborazione e improvvisamente trovare Transeuropa era come scoprire una gemella che non avevo mai incontrato prima”
“Per me Transeuropa è stato un modo meraviglioso per entrare in contatto con persone che altrimenti non avrei mai incontrato e sentirsi parte di una più ampia cultura europea”
“Transeuropa simbolizza ed esprime tutto ciò che è radicalmente creativo su European Alternatives e le reti che sono state in grado di coltivare attraverso i cittadini europei da Sofia e Cluj a Belgrado e Bologna. Se vuoi vivere il futuro dell’Europa adesso, non guardare oltre Transeuropa Festival.”
“Le persone spesso si meravigliano di quanto siano diverse e colorate la loro città, regione o paese. È il Transeuropa Festival che li aiuta a scoprirlo. Transeuropa ci invita a discutere di questioni fondamentali e ci incoraggia a essere cittadini attivi delle nostre comunità. Sono orgoglioso di lavorare con European Alternatives per costruire una migliore Europa!”